FOTO 3
Angela aveva un anno meno di me. Era venuta a vivere a Cassine, in stazione, perché suo padre era il capostazione titolare e quindi aveva diritto all'alloggio. Alloggio che non era neanche male: vi si accedeva attraverso una scala ampia e chiusa in un vano sito di fianco alla biglietteria; occupava tutto il piano alto ed aveva ampie e luminose finestre che davano sul viale. Era comodo per me arrivare a casa sua e lo era altrettanto per lei in quanto ci separavano duecento metri, sì e no.
Fortuna volle che la famiglia di Angela possedesse un appartamento poco prima di Noli, proprio sull'Aurelia: bastava scendere in un sottopasso e si sbucava al mare, con parecchi scogli ed una spiaggetta. In uno dei garage sotto casa c'era un "moscone", cioè un pattino, con un galleggiante che faceva acqua, e un motoscafo. Nel medesimo appartamento si godeva il mare la famiglia di Pietro, che chiamavamo Pietruccio, cugino di Angela. Io ero stata invitata come ospite: devo dire che allora era molto più consueto far crescere i bambini e gli adolescenti in compagnia, così organizzavano il loro tempo libero e lasciavano tranquilli gli adulti. Naturalmente c'erano meno pretese, meno preoccupazioni e nessuno si sarebbe mai sognato di incolpare l'altro per aver trascurato la sorveglianza: c'era più fiducia, ci si fidava perchè si era ben consapevoli che ciascuno si sarebbe comportato come se il figlio ospite fosse figlio proprio. Così, con una breve passeggiata lungo l'Aurelia, che allora non era neppure troppo trafficata, arrivavamo a Noli, cittadina che ci piaceva molto ed offriva di tutto e di più, mentre remando lungo la costa dall'altra parte si arrivava a Spotorno. Ricordo che guardando verso la spiaggia e gli stabilimenti balneari un giorno riuscimmo ad individuare una famiglia cassinese che aveva l'appartamento al mare; semplicemente ci fermammo con il nostro moscone sulla riva ed andammo a salutarli...approfittando così per svuotare il galleggiante ormai pieno.
Nessun commento:
Posta un commento