Filastrocca
Quel bambino biondo le ricorda il periodo in cui ha accudito il cuginetto: pochi mesi in realtà, mentre la mamma terminava il dottorato, ma talmente intensi ed emotivamente importanti da costituire un punto di riferimento ed una esperienza unica. Erano bastati alcuni giorni trascorsi con quell’anima semplice, sincera, ricca e trasparente perché sentisse un legame forte, come mai avrebbe immaginato. Ne era persino spaventata dal momento che conosceva già il finale di quel rapporto: ognuno sarebbe andato per la sua strada. Ma intanto come non godere dello stupore, delle scoperte, della libertà di cantare, recitare filastrocche, disegnare, raccogliere, osservare, toccare, trasformare, costruire, abbracciare… azioni che le sarebbero sembrate banali se non le avesse compiute leggendo negli occhi del bambino la meraviglia, la presenza, la consapevolezza.
Accarezzare il cane suscitava un profondo senso di empatia e fiducia, condivisa dall’animale che diventava tappeto di gioco, caldo cuscino e guardiano. I suoi occhi dicevano: “Ci sono io: puoi fare quello che vuoi, io ti risponderò solo con amore”.
Un giro in bicicletta si trasformava in un’avventura alla scoperta del vento, del fiume, dei fiori, delle foglie… della primavera. L’estate aveva portato anche i giochi con l’acqua, il camminare scalzi sentendo l’erba, i sassi e la terra sotto i piedi. L’autunno aveva portato via tutto: Barbara era tornata ai suoi studi ed il piccolo alla nuova babysitter trovatagli dalla mamma nel paese di residenza.
Ecco che il bimbo biondo si avvicina.
“Come ti chiami?”
“Barbara. E tu?”
“Leonardo. Hai una caramella?”
Non so… posso guardare, ma sei sicuro che la mamma sia d’accordo? A volte i genitori proibiscono di accettare caramelle dagli estranei.”
“Guarda, la mia mamma è seduta laggiù! Sta chiacchierando con la mamma di Stefania. Se vuoi posso andare a chiederle il permesso di mangiare una caramella tua.”
“Ecco le caramelle, finalmente! Ma non so se ti piaceranno… io ho gusti un po’ particolari e mangio caramelle senza zucchero.”
“Mi piacciono tutte, stai tranquilla.”
“Allora ti accompagno e chiediamo insieme il permesso. Passiamo di qui, così non disturbiamo l’allenamento.”
“Sei tu la mia allenatrice?”
“No, io mi occupo delle ragazze un po’ più grandi. Forse lo sarò nei prossimi anni.”
“Sono contento. Mamma, posso mangiare la caramella che mi ha dato Barbara?”
Poi torna indietro, le fa segno di abbassarsi, l’abbraccia e corre via.
Barbara sente una filastrocca che fa: “Stella stellina la notte s’avvicina, la fiamma traballa, la mucca è nella stalla, la mucca e il vitello, la pecora e l’agnello, ognuno ha il suo piccino, ognuno ha la sua mamma e tutti fan la nanna”. Viene dal cuore.
Nessun commento:
Posta un commento