Quando Barbara esce dal parrucchiere sono già le sette: due ore – dopo il lavoro – si sono rese necessarie per sistemarle i capelli in modo che la piega tenga per tutto il periodo che passerà a New York. Le continue docce dopo l’attività in palestra l’hanno costretta spesso a legarli, ma ora vuole affrontare i potenziali clienti con un aspetto rassicurante e ordinato, oltre a sentirsi pronta per qualche serata con Luca. La sua immaginazione in proposito si arrende e in cuor suo ha deciso di non avere aspettative di alcun genere.
L’arrivo del volo è previsto per le 13.20, ora di New York, e la sistemazione della sala incontri la terrà occupata nel primo pomeriggio, ma Luca ha promesso di accompagnarla a cena la sera stessa, dopo averle mostrato le strade più famose.
A proposito di Luca, non ci sono stati intoppi per cambiare il biglietto ed anche il suo capo ha mostrato un certo sollievo quando Barbara gli ha chiesto il permesso di farlo: “Confido nelle tue capacità, ovviamente, altrimenti non ti affiderei questo incarico, però sono contento che ci sia qualcuno cui tu possa rivolgerti in caso di necessità. E soprattutto che sia una persona pratica della città…”
Nel frattempo il chiosco è passato di mano: Luca lo ha affidato proprio alla sorella, giusto per diversivo, infatti con la fine del matrimonio è cessata anche la collaborazione lavorativa con l’ex marito. L’attività che avevano aperto insieme, eche aveva incominciato a crescere e a dare i primi frutti, è stata chiusa: locali e magazzino sono affidati ad un’agenzia perché il titolare, nonché marito, ha raccolto il minimo indispensabile in un capace zaino e se n’è partito al seguito di una donna – viaggiatrice ed avventuriera, nel senso positivo del termine – conosciuta per caso.
Gli erano mancati – ha spiegato – quel tipo di vita in cui ogni giorno ci si mette in cammino seguendo più che altro l’intuizione del momento e i continui spostamenti con le variazioni dei paesaggi, del clima, dei colori.
Aveva sbagliato nel considerare entrambi gli aspetti un bagaglio appartenente al passato giovanile. La nuova attività gli era diventata via via più stretta, finché aveva incominciato a detestarla e a sognare di partire. Così aveva fatto.
Ma una donna, se pure intelligente, che si trova da un giorno all’altro ad essere responsabile di un laboratorio in cui ogni oggetto, ogni angolo le richiama alla mente un trascorso felice, rischia di non accettare il distacco, di colpevolizzarsi e di vivere nel rimpianto, perciò Luca aveva tagliato corto: “Il chiosco ha bisogno di un gestore. Io starò via appena otto giorni e poi tornerò a darti una mano, se necessario, o a riprendere il mio posto, ma sono sicuro che incontrerai persone simpatiche, che vengono qui ogni giorno e ne sanno più di te! Ti lascio anche il numero del personal trainer che lavora nella palestra dietro l’angolo: non esitare a chiamarlo se hai dubbi o se qualcuno ti infastidisce, perché siamo d’accordo che ti raggiungerà in un minuto e ti assicuro che ha un fisico da paura, nel vero senso del termine!”
Dopo una prova di qualche giorno Luca si complimenta con se stesso per la bella idea: funziona! E in breve, almeno sul viso, ricompare il sorriso che è sempre stato un punto di forza della sorella: ingenuo, forse, come quello di un bimbo, ma sincero, smagliante e contagioso.
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