Ego
“Vieni qui, fatti vedere con il sole che ti illumina…”
“Voglio fare all’amore ancora una volta, prima di rientrare. Mi piace qui…”
“La prossima volta che tagli i capelli lasciali più lunghi da questa parte!”
Laura non ne può più e sbotta. Si è alzata da una manciata di minuti e già si sente manipolata: c’è un continuo tentativo di adeguarla alle esigenze del marito e lei ne soffre. Sente che viene meno il rispetto insieme all’innamoramento. Forse sarà cambiata anche lei, lo ammette, ma non ha alcun senso cercare di snaturare la persona che dici di amare per adeguarla ai tuoi canoni. Se l’hai scelta, se te ne sei innamorato, se addirittura l’hai sposata significa che lei, o lui, ti piace così com’è. Se non ti piace, diglielo e basta: ognuno per la sua strada.
La convivenza non le lascia spazio per coltivare i suoi interessi, questo l’ha già appurato. Ha cercato di ritagliarselo di tanto in tanto, per esempio quando è andata a Torino con Barbara, e ha tirato il fiato, insomma ha respirato per un po’, poi tutto è tornato come prima. Si fa scrupolo di non riuscire a portare a termine tutti i lavori di casa, si impegna a mettere ordine, a fare pulizia, perché è nella sua indole, anche se ama una disorganizzazione pianificata, una casa viva e vissuta. Per questo motivo non lascia agli altri la possibilità di dare una mano: ne verrebbe alterata la sua visione d’insieme che dev’essere coerente. Del resto suo marito non è abituato a prendersi cura dei suoi capi di abbigliamento, dei suoi cassetti, del suo guardaroba: c’è stato sempre un angelo del focolare che lavava, stirava, metteva nel cassetto la camicie ben piegate, spolverava spostando decine di oggetti che lui avrebbe ritrovato esattamente dove le aveva lasciati, dava aria alle giacche, alle scarpe e a tutto quello che si impregnava di odori a seconda dei locali che frequentava. Non era affatto tollerante nei confronti degli odori, anche se il suo olfatto non era così affinato da permettergli di riconoscerli con sicurezza. Semplicemente diceva che quell’odore gli dava fastidio e tendeva a farlo sparire. Insieme agli oggetti che, a suo parere, lo provocavano. Gli odori, determinati odori, lo mettevano a disagio, esattamente come talune situazioni, e quando non si sentiva tranquillo… non conosceva alcuna flessibilità: bisognava rientrare immediatamente nell’intervallo dei valori cui era abituato.
Queste sono le considerazioni che scorrono nella mente di Laura mentre si reca al lavoro. Sa che la sua giornata lavorativa sarà perfetta, ricca di adrenalina, di alti e bassi, gioie e paure, ma per sette, otto ore sarà se stessa, con tutta la stima, il rispetto, l’affetto di colleghi e superiori. La serata a casa sarà tranquilla e la notte… confida che la notte l’aiuti a fare chiarezza.
Nessun commento:
Posta un commento