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A New York Barbara potrebbe rintracciare lo chef che ha conosciuto a Milano all’inaugurazione del ristorante cui è stata invitata insieme al suo capo e ad una piccola delegazione. In realtà sono passati parecchi anni dall’evento, anni durante i quali sono stati aperti altri locali a Londra e, appunto, a New York, ma lui le ha inviato, ogni tanto, foto di serate particolarmente mondane, magari scattate insieme ad una celebrità, e lei gli ha scritto spesso complimentandosi e promettendogli di essere un giorno sua ospite.
Scrive il suo nome in cima alla lista, anche se si sente un po’ a disagio per questo tentativo di ‘sfruttamento’.
Aggiunge quindi il nome di un paio di relatori, precisamente un medico ed un terapeuta olistico, con cui ha avuto dei contatti. Sa che da cosa nasce cosa, che deve incominciare ad agire, anziché farsi dei problemi, perciò si siede al pc ed inizia a scrivere una mail. Si tratta di una mail generica cui intende allegare la descrizione dei prodotti che vorrebbe introdurre sul mercato americano. E’ ben consapevole che c’è molta diffidenza nei confronti della produzione italiana, e poi la politica di Trump tende a favorire, com’è giusto, il prodotto americano, ma dalla ricerca effettuata ieri sera, prima di dormire, non è emerso alcunché di paragonabile al ‘suo’ prodotto.
Nella mail si scusa per voler così spudoratamente approfittare delle conoscenze che ha negli Stati Uniti, ma non sa proprio da che parte incominciare e si fida molto, senza alcun dubbio, delle persone per cui prova empatia.
Una volta formulata la richiesta che, se possibile, qualsiasi ente, persona, ditta, cui possa interessare il prodotto, le venga segnalata, anche in tempi diversi, in occasioni che potrebbero presentarsi nel prossimo futuro, passa alla fase due, cioè personalizza la mail di richiesta, perché diverso è scrivere ad uno chef piuttosto che ad un medico.
La notte porterà riposo e consiglio: alla luce del nuovo giorno rileggere ciascuna mail sortirà un effetto diverso e potrà valutare il lavoro fatto.
Le resta ancora un piccolo impegno, prima di infilarsi sotto le coperte: vuole riprendere in mano l’elenco dei desideri che ha compilato dopo il corso di Milano, quello in cui ha conosciuto Anna e Camilla, perché le pare di poter cancellare una voce, quella relativa al lavoro, perché, ora che qualcosa si è mosso, non vuole più un lavoro diverso, semmai vuole una vita diversa perché è proprio il ‘suo’ lavoro che le offrirà questa opportunità. Cancella la voce relativa al desiderio di un lavoro meno monotono e più creativo, ripone la lista e se ne va a letto.
All’indomani chiama Luisa, poco prima di entrare in ufficio, e riceve l’inaspettata proposta di vedersi all’ora di pranzo. Ci penserà lei a preparare qualcosa e, se Barbara non farà in tempo a raggiungerla a casa, scenderà con l’occorrente per una specie di picnic.
Da quando ha scoperto il Qi Gong Luisa trascorre molto più tempo all’aperto, ha superato gran parte dei timori che la condizionavano ed ha imparato a lasciarsi andare come quando pilota i velivoli che le sono congeniali. Sta imparando anche a cogliere l’energia che la terra sotto i suoi piedi, gli alberi che ha imparato ad abbracciare, il sole cui ama esporsi in tutte le stagioni, sembrano trasmetterle. Ha sperimentato anche una breve meditazione in cui vede se stessa, l’Essere divino che è in lei, dilatarsi attraverso il Cosmo fino a sentirsi l’Uno. Ha ancora molta strada da percorrere, ma si sente bene, nonostante la malattia.
Per il pranzo con Barbara prepara ancora frutta e verdura – sono buone abitudini che non ha abbandonato – ma decide di portare anche del pesce e due belle porzioni di torta di mele.
Ha visto un chiosco abbastanza riparato, nel parco, cui si avvicinano spesso i bambini che escono dalla palestra per una cioccolata con churros. Ha stretto amicizia col ragazzo che lo anima, un gran chiacchierone molto molto simpatico, e decide che per una volta potranno essere suoi ospiti. Prenderanno qualcosa anche da lui e, se vorrà, potrà pranzare approfittando del loro picnic. Sarà un diversivo anche per lui.
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