Neve
Per il fine settimana Anna ha ricevuto l’ invito, da parte di una compagna di corso, Nicole, a trascorrere il fine settimana insieme a lei e alla sua famiglia: con un breve viaggio in auto, una settantina di chilometri o poco più, raggiungeranno la vecchia , ma solida, abitazione situata ai margini del Massiccio Centrale. Anna da qualche settimana si sta applicando per rendere più fluido il suo parlato e un paio di giorni di esercizio le faranno bene. Accetta volentieri ed auspica di poter restituire a Nicole l’ospitalità in Toscana nei mesi a venire, magari nella tarda primavera, quando la regione si riveste dei suoi migliori colori.
Il viaggio è piuttosto breve e si svolge sotto un cielo grigio grigio, ma il verde del paesaggio domina incontrastato.
I genitori di Nicole risultano subito piacevoli ed amabili, la casa in campagna un po’ fuori del tempo, calda ed accogliente. Anna dormirà nella camera degli ospiti, accanto a quella della nuova amica. Non resiste alla tentazione di scattare un paio di foto e di inviarle ad Eloisa con un messaggio di buona notte. Il silenzio è assoluto. Un chiarore naturale, che di solito è associabile alla luna piena, rende la stanza quasi magica. Il sonno di Anna è profondo ed il risveglio piacevole. Si sente come un gattino davanti al fuoco, si stira, scende dal letto, si avvolge in una sciarpa calda e si avvicina alla finestra. La sorpresa è grande quando vede, tra le fessure, il biancore della neve! Aprendo poco poco l’anta riesce a scorgere il paesaggio innevato: fiocchi di neve continuano a cadere, mentre a terra, sui cespugli, sugli alberi l’accumulo pare sfiori già i quaranta centimetri. Possibile? Si stropiccia gli occhi, poi va a lavarsi il viso e prova, dalla finestra del bagno, ad affacciarsi sull’altro lato dell’abitazione: questa volta vede alcuni tetti bassi che dalla casa spiovono su locali che non conosce, ma anche sui tetti la neve è alta e soffice! Il biancore è assoluto. Solo dal camino sale il fumo grigio. Anna cerca qualcosa di caldo da indossare e, per esplorare il contenuto della borsa che ha portato con sé, accende la luce, ma allo scatto dell’interruttore non succede niente. Non c’è corrente. Blackout. Si veste in fretta, con la sensazione che non faccia caldo come le era sembrato quando ha lasciato il tepore del letto. Scende al piano di sotto e si dirige verso la cucina dove tutta la famiglia è già riunita attorno al grande tavolo.
“Scusa, se non ti abbiamo aspettata. In realtà stiamo solo chiacchierando e commentando questa bella e inaspettata novità che ci ha colto di sorpresa. Per fortuna il camino grande è rimasto acceso tutta la notte!”
Mentre le indica la sedia, Nicole sposta alcune candele che illuminano la stanza e le dispone sul tavolo. Si sente il profumo del caffè. Tutto il resto è già disposto in bella mostra: pane, biscotti, croissant, marmellata, burro, crostata… non manca nulla e, anche se di tanto in tanto si coglie uno sguardo rivolto alla finestra, la colazione procede in allegria. Dopo non resta che avvicinarsi al camino, da cui provengono luce e tepore, per continuare la chiacchierata. Niente tivù per fare il punto della situazione, nessuna connessione, solamente silenzio totale, pace assoluta e parole pronunciate in piena consapevolezza e presenza. Niente viene detto a caso, tanto per dire, perché tutti prestano attenzione.
Si va avanti così per ore, sembra di aver fatto un salto indietro nel tempo di almeno cent’anni, quando l’elettricità non raggiungeva ancora tutte le case, ma la famiglia era ancora più unita attorno al focolare. Persino uscire per scaricare gli alberi e gli arbusti dal peso della neve è ancora prematuro.
Il pranzo, il caffè, una tisana più tardi, scandiscono il passare delle ore. Ci sta persino un momento di riposo, dopo pranzo, sotto una calda coperta di lana.
Incomincia ad insinuarsi un dubbio: quando si potranno nuovamente percorrere le strade? Ci vorrà molto tempo perché tutto torni alla normalità? Ma nessuno esprime quello che gli passa per la testa, quasi temesse di rovinare quell’atmosfera magica. Improvvisamente, quando le ombre della sera già si allungano sulla campagna - anche se è soltanto pomeriggio a dire il vero – smette improvvisamente di nevicare. Dopo aver cenato e aver giocato ad uno di quei vecchi giochi di società che ben s’intona all’atmosfera, ciascuno sale alla propria stanza da letto munito, questa volta, di uno scaldapiedi o di una boule con acqua calda. Questa volta per Anna è più difficile addormentarsi, ha persino fatto un sonnellino nel pomeriggio ed è praticamente rimasta tutto il giorno seduta, ma l’aiutano l’atmosfera rasserenante ed il silenzio. Quando scorge il chiarore del giorno corre a controllare, ma durante la notte è caduta una pioggia fine che ha in parte sciolto la neve. Improvvisamente la stanza si illumina perché l’interruttore evidentemente è rimasto acceso ed il blackout è terminato. Pian piano tutto tornerà a riprendere il solito ritmo e la lentezza di quella giornata resterà un bel ricordo, ma Anna è incline alla riflessione e riconosce alla Natura il potere di sconvolgere la vita delle persone condizionate dagli ascensori, dalle tapparelle elettriche, dalle apparecchiature mediche e quant’altro funzioni ad elettricità… Non sarà il caso di pensarci prima di scegliere questa “dipendenza” se soltanto se ne può fare a meno?
Le ragazze decidono di regalarsi un giorno di vacanza senza neppure interpellare chi eventualmente possa aver raggiunto la sede del corso. Oggi potranno uscire indossando vecchi stivali di gomma e giacche impermeabili che sono presenti in tutte le case di campagna. Sarà una giornata diversa dal solito.
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