giovedì 13 gennaio 2022

Movimento

 

     

     

     Movimento





Dobbiamo percorrere più di un chilometro e poi camminare tra la gente che si accalca lungo le transenne.

Possiamo attraversare?”

No, non si può.”

Dobbiamo raggiungere una ragazza che non si è sentita bene…”

Allora rivolgetevi agli ausiliari del soccorso, in quella tenda laggiù.”

Torniamo indietro ma gli addetti al soccorso sono tutti dentro, non si può passare perché stanno già arrivando alla zona cambio i primi tra gli atleti partecipanti alla gara. Il percorso del nuoto li ha visti partire a gruppi di sei. Ora devono uscire dall’acqua, prendere la sacca in cui c’è l’abbigliamento per la bici, raggiungere la postazione della bicicletta e cambiarsi. Li aspettano 180 chilometri: una gran bella pedalata! Tutte le strade sono chiuse al traffico. L’organizzazione eccezionale prevede posti di ristoro. Inoltre è una splendida giornata di sole!

Non ci fanno passare, mi dispiace! Come sta la mamma?”

Ora sta bene. Veniamo noi alla zona cambio per vedere papà. Aspettateci lì davanti alla sua bici!”

Che senso di impotenza! Non poter far niente e sentirsi risucchiare dalla folla è una brutta sensazione. Passato il momento dell’ansia, tuttavia, guardandosi attorno anche al solo scopo di riunirsi alle ragazze, cambia velocemente la percezione dell’evento: oltre tremila tra atleti e sportivi, nel senso comune del termine, si mettono alla prova dopo essersi allenati per mesi nelle tre specialità. E’ un mondo colorato, multietnico, in cui si odono parole in lingue note e sconosciute, parole che sembrano quasi impronunciabili, accompagnate sempre dal sorriso e dalla consapevolezza dell’impegno stampati su ogni volto: giovane o anziano, maschile, femminile, curato o trasandato.

La tensione è al massimo - tensione psicofisica, naturalmente – ma l’atteggiamento è quello giusto: si tratta di una festosa giornata di sport in cui c’è competitività, tanto tanto stress, ma anche tanta voglia di sentirsi fieri in quel confronto che ognuno assapora fin nel profondo. Felicità è scoprire il proprio nome stampato piccolo piccolo sulla maglietta insieme a quello di tutti gli altri: sarà un bellissimo ricordo. I colori sono vivacissimi: appena appena differenziati quelli più adatti all’abbigliamento maschile piuttosto che femminile. La musica sovrasta tutto quel vociare e si accompagna alle direttive dello speaker. Ci sono tanti bambini che giocano beatamente sulla sabbia godendo di quella imprevista giornata di spiaggia e di mare.


 

Sfidare i propri limiti e cercare di superarli fa parte della preparazione atletica, ma forse anche chi non può definirsi “sportivo” può trarre vantaggio dall’osservazione dei partecipanti all’evento, perché la loro energia è tangibile e si mescola alla vitalità: non è forse ponendosi un obiettivo e lavorando per raggiungerlo che ciascun essere umano cresce, si rinnova, migliora la sua forma psicofisica e, in un certo senso, conquista benessere e voglia di vivere? E non sono questo gli antidoti allo stress, alla depressione, all’apatia, alla malattia?

Molti medici americani – magari quelli meno legati alla medicina tradizionale – sostengono che il movimento sia tra le cause fondamentali dello star bene, insieme al cibo non tossico, alla qualità dell’aria, dell’acqua e degli stati mentali.

Tuttavia anche i medici vecchia maniera indicano nel movimento (almeno una camminata!) il toccasana che ringiovanisce corpo e mente, al contrario della sedentarietà che causa, specie se unita all’assunzione del cosiddetto cibo spazzatura, malattie cardiovascolari, diabete, valori pressori elevati e tutti quei disturbi legati allo stile di vita che oggi molti hanno adottato.

Vedere poi l’impegno ed i risultati di Alex Zanardi fa crollare tutte le obiezioni dei pigri e dei meno dotati: se ci riesce lui – ed è sempre sorridente oltre che disponibile – forse cerchiamo troppi alibi, troppe scuse…

Ma se la malattia fosse anche, almeno in parte, legata all’inattività? Non avremmo più ragione, allora, di lamentarci dei nostri disturbi che ci costringono a prendere pillole, a fare controlli su controlli, visite ed esami per salvare il salvabile.


 

Davide è contento di essersi iscritto alla gara di domani: sarà soltanto un Mezzo Ironman, con i percorsi dimezzati quindi, ma i suoi impegni non gli hanno permesso di prepararsi per la gara odierna: Forse il prossimo anno… Intanto è qui che aspetta di scorgere l’amico… eccolo! è un momento di pura emozione! Scatta alcune foto che invierà a Barbara durante il periodo di attesa: ci vorranno parecchie ore, ma un’App gli permetterà di seguirlo negli spostamenti. I sostenitori del futuro Ironman – non hanno dubbi! – corrono lungo le transenne accompagnandolo ed incoraggiandolo. Lo ritroveranno in città per la maratona ed avranno modo di verificarne le condizioni. Ha detto che farà di tutto per arrivare, anche se dovesse camminare per gli ultimi chilometri.

Barbara riceve le foto ed esulta, si congratula con l’amica e si fa raccontare quell’episodio mattutino che non ha, tuttavia, rovinato la giornata. Bisogna imparare a rialzarsi e ricominciare, lo sanno bene le atlete.

Alla sera ciascun atleta arriva al traguardo e sente il suo nome seguito dalla fatidica frase “…è un Ironman!”

E’ buio, incomincia a fare freschino, ma la festa è all’apice, l’emozione trasforma la gioia in lacrime e anche quest’avventura termina.






















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