Lione
“Ciao, spero tu non stia lavorando…”
“No, sono contenta di sentirti!”
“Poco fa è arrivata la mail con cui mi è stata comunicata l’ammissione al corso di specializzazione. Ne sono felicissima perché ho visto il programma dettagliato e mi sembra davvero interessante. Devo dire poi che il test è stato piacevole.”
“Hai tempo per parlarmene?”
“Certo. In primo luogo affronteremo l’argomento della salute e di come possiamo guidare il paziente a prenderne il controllo, ad aumentare la propria forza vitale agendo sulle emozioni positive, a lasciar andare le memorie bloccate e ad interrompere il circuito della paura. Tutte le terapie possono portare alla guarigione: la meditazione, il Reiki, l’ipnosi, il sonno, il cibo buono, la fitoterapia, la medicina quantistica… e naturalmente il superamento della paura della morte. Il paziente opererà una scelta con il terapeuta puntando sulla prognosi migliore. Da parte sua il terapeuta dovrà conoscere tutte le terapie e lavorerà in collaborazione con lo specialista, una volta effettuata la scelta. Ma nulla è irreversibile. Gli affiancamenti potranno anche essere plurimi. Ogni giorno sarà come scrivere una pagina di un libro completamente nuovo: è giusto provare un nuovo ambiente, nuove medicine, nuove erbe, ma anche e soprattutto nuova mente.”
“Ma le competenze del terapeuta devono essere davvero molto ampie! Dovrai continuare a studiare…”
Credo proprio di sì. Mi rendo conto che questo è solo l’inizio, però credo di aver trovato la strada giusta.”
“Sono così contenta di sentirtelo dire! Pensa che pochi minuti fa mi sono soffermata sulla rilettura di Villoldo e sulla guarigione sciamanica: ho sentito fin nel profondo la certezza che il processo del recupero dell’anima possa sanare la stessa. E ho sentito – non ridere! – di dover accendere il cellulare per rispondere alla tua chiamata.”
“Riuscirò mai ad essere meno razionale e più intuitiva? Sei il mio modello!”
“Non esageriamo!”
“Domani ti scriverò una mail per informarti sui corsi che avrò scelto di seguire in questi primi incontri. Ci dormirò su lasciando che la notte e i sogni decidano per me.”
“Ho già qualche idea… domani vedremo se ci ho azzeccato! Buona serata, Anna.”
“Anche a te.”
Spento il cellulare Anna scorre ancora una volta il programma del corso: sa che è meglio occuparsi in primo luogo degli argomenti affini alla sua preparazione, per affrontare i quali ha già acquisito competenze. Sarà più facile rompere il ghiaccio. Per esempio sull’effetto placebo si è già documentata e ritiene e che non debba essere irriso, bensì preso molto sul serio, perché non è altro che l’attivazione dell’energia interna del paziente, della sua potenzialità di guarigione. Allo stesso modo l’effetto nocebo si fonda sulla mancanza di fiducia del paziente stesso nei confronti dei farmaci e persino dei medici o delle strutture: se le azioni non saranno sorrette da pensieri adeguati, il risultato non potrà che essere deludente.
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